Al Briforum di Londra 2016 nella seconda giornata gli interventi si sono focalizzati sul “fine tuning” del virtual desktop e sull’evoluzione futura del VD.

Un Virtual Desktop che precorre i tempi

Un PC di ultima generazione ha una scheda grafica potente e un disco SSD, il Virtual Desktop deve offrire le stesse prestazioni o superarlo. Non bisogna quindi lesinare in fatto di:

  1. GPU* – una Graphic Processing Unit, scheda grafica per server, di ultima generazione come una Nvidia M60 dà all’utente non solo potenza grafica ottimale per il CAD ma anche prestazioni ideali per le applicazioni Office e soprattutto per il browser; oggi i siti sono sempre più gravosi da elaborare e i browser fanno uso di calcolo grafico
  2. acceleratore dello storage – aggiungere un sistema di accelerazione storage basata su cache RAM o SSD significa rendere interattive le applicazioni che “partono” velocissime; ancor meglio se si implementano soluzioni di virtual storage specificamente orientati al VD quali Datacore o Atlantis. Questi software defined storage possono offrire prestazioni oltre i 50.000 I/O al secondo, valori impossibili da raggiungere con dischi tradizionali, sia meccanici che SSD

* non tutti gli hypervisor sfruttano le GPU. Ad oggi solo XenServer e VMware sono in grado sfruttare appieno le schede grafiche.

Microsoft si muove con decisione sul VD

Al forum ci raccontano che per Microsoft “100 milioni di utenti è un mercato di nicchia”. Ecco perché fino ad oggi Microsoft non ha incentivato la virtualizzazione delle postazioni di lavoro. Le cose oggi cambiano, un po’ perché il VD ha superato tale soglia, ma anche perché il cloud è nella strategia di Microsoft, e cloud significa anche PC virtuali.

Alcuni segnali importanti da Microsoft:

  • Windows 10 è il primo sistema operativo che non “subisce” la virtualizzazione, ma è nato pensato per essa. I processi delle nuove Universal App (le App per Windows che troviamo di deafult lo sono) vanno in sospensione appena smettono di essere usate e la memoria può funzionare in modalità compressa (comandabile via GPO); facile immaginare quanta potenza possano risparmiare in questo modo centinaia di PC virtualizzati
  • Windows 2016 è privo della funzione “attiva la desktop exprerience”. Scopriamo che il server ha la stessa interfaccia e prestazioni di Windows 10, quindi Windows 2016 nasce per offrire la stessa user experience di Windows 10. Si può interpretare come “ora potete aggirare l’ostacolo del VDA licensing” *
  • Hyper-V 2016 consente di assegnare GPU alle VM, ma necessita di hardware specifico ed è di  difficile configurazione. Non è ancora l’hypervisor ideale per creare VD con GPU, ma mostra che Microsoft è entrata nella competizione del mercato VD, il che è un gran bel segnale per ampliare la concorrenza
  • Azure, il cloud Microsoft, ora è compatibile al 100% con il VD di Citrix, anche in modalità ibrida (on premises – on cloud)

*il VDA licensing è la licenza obbligatoria che per per 100€ all’anno sulla virtualizzazione dei PC con sistemi operativi client; usando invece dei sistemi server il costo va a zero perché Windows Server Datacenter Edition dà diritto a creare un numero illimitato di server per ogni host dotato di questa licenza

Superare l’ostacolo della connettività

packet-loss nel virtual desktop

Se c’è latenza e perdita di pacchetto nessuna scheda grafica potrà compensare la perdita di usabilità del VD.

Il mercato VD oggi è così distribuito: 60% Citrix, 30% VMware, 10% Microsoft RDP. I tre produttori hanno approcci molto diversi riguardo alla questione della banda.

  • Citrix vuole indirizzarsi al suo mercato di riferimento che la vede capace di superare le condizioni più estreme; ha inserito Framehawk in XenDesktop per offrire una user experience ottimale fino al 20% di pacchetti persi; all’aumentare dei pacchetti persi aumenta di pari passo il consumo di banda, ma i risultati sono eccellenti
  • VMware Horizon 7 Blaster Extreme eguaglia le prestazioni di Citrix HDX con un modello opposto rispetto a Citrix: prestazioni elevate con ampiezza di banda elevata
  • Microsoft implementa una stragia di accesso ubiquo costruendo Azure in maniera che qualsiasi utente al mondo possa connettersi ad Azure con una latenza inferiore ai 50 millisecondi; la strategia è quella di posizionare datacenter praticamente ovunque ci sia business sufficiente a coprire le spese

Ogni protocollo si comporta in maniera diversa

Una analisi comparata sui consumi (reali) di banda: PcoIP è quello che performa meglio ai bassi regimi, ma come si alza il livello utente (dual monitor, video, ecc) l’incremento di banda richiesta è molto variabile:

il rapporto tra virtual Desktop e Banda

Come si vede sopra, il protocollo H.264 è una opzione offerta sia da VMware che da Citrix e presenta ha grandi vantaggi prestazionali quando la banda a disposizione non è un problema ed i client hanno a bordo i Codec (i PC li hanno, i Thinclient quasi mai). H.264 in questo caso offre prestazioni eccellenti perché sfrutta a fondo sia la GPU presente sul server che il processore grafico del PC.

Fine-tuning

Dal corso tenuto sul fine-tuning abbiamo conferma che l’ottimizzazione del VD va fatto ancora a mano, i default setting non vanno mai bene:

i settaggi di Xenapp

Microsoft, a partire dal Windows 2012R2 / Windows 8, ha cambiato il motore grafico dei suoi sistemi operativi abbandonando GDI in voga da Windows NT. I sistemi VD che funzionavano bene in Windows 2008 o Windows 7 sono da riconfigurare completamente quando si passa ai sistemi operativi successivi.

Le applicazioni che mangiano troppe risorse: il caso di Internet Explorer

Internet Explorer mangia cpu e ram in maniera impressionante in molti siti perché sono pieni di script e scaricamento di componenti occulti; abilitando il Tracking Protection List e blindando questo componente via Group Policy si ottiene un calo notevole di consumo:

xenapp

Il risultato del tuning si apprezza particolarmente analizzando il consumo nell’arco dell’intera giornata.

Citrix XenApp è sempre in gran voga

Citrix XenDesktop Enterprise (che contiene anche XenApp) è l’unica proposta sul mercato che consente di offrire ai propri utenti dei Virtual Desktop sia basati su sistemi operativi Server (XenApp) che su sistemi Client con la stessa architettura. Anche se in Italia siamo ancora parecchio indietro sulla “tecnica mista” proposta da Citrix, notiamo che all’estero l’utilizzo di XenApp è pervasivo. Le aziende sanno bene infatti che il costo di un Virtual Desktop realizzato con Citrix XenApp rimane il più basso del mercato.

Assicurare la Qualità del Servizio

Assicurare la Qualità Del Servizio di un Virtual Desktop è possibile solamente se si capisce dove sono i colli di bottiglia. Quante volte ci siamo chiesti se la lentezza sta sulla linea del cliente, sullo storage o, magari, sul database dell’ERP? Con ControlUP è possibile controllare l’intero flusso dell’application delivery, da un capo all’altro:

Il Virtual Workspace del 2020

Tendenze nel mondo del WorkSpace

Nel 2010 ciò che spingeva i progetti VD era il green dei Thinclients e la gestione centralizzata, oggi è l’ubiquità offerta dal cloud, privato o pubblico e l’utilizzo di qualsiasi dispositivo, anche personale.

Come sarà il Virtual Desktop del 2020?

Le tendenze per il futuro del VDI

Ci sono più di 16 milioni di diverse applicazioni Windows conosciute al mondo. Da qui al 2020 ne avremo da gestire ancora parecchie, basti guardare a questa indagine:

Windows Applications

Se Microsoft ridurrà i costi delle sua licenze per il cloud il Desktop As A Service (DaaS) esploderà e nel 2020 sarà importante per Microsoft quanto il mercato dei PC fisici.

Le applicazioni saranno tutte virtualizzate, l’utente vorrà installazione a tempo zero come si fa con un App Store. Il datacenter del 2020 sarà tutto definito dal software:

Tendenze - Datacenter

La sicurezza sarà il punto fondamentale. Le credenziali diventeranno tante e tanti anche i provider di credenziali.

Tendenze - ICT Secutiry

Come si può capire, l’identity management diventerà una parte fondamentale dell’IT Security.

Nuove tecnologie

Una nuova tecnologia, anzi antica, che si riaffaccia in modo nuovo è la virtualizzazione applicativa. Antica perché APP-V di Microsoft (ex Softricity) esiste dal 2004, nuova perché alcuni signori provenienti dal mondo univesitario della Californa hanno ripensato in maniera innovativa a come separare definitivamente i sistemi operativi dalle applicazioni a vantaggio, prima di tutto, del Desktop virtuale.

Immaginiamo un PC in cui i programmi si possano installare in maniera semplice come le App di un iPhone. Questo aumenterebbe la stabilità del sistema e diminuirebbe i costi di gestione dei PC. E se i PC sono in realtà le sessioni virtuali dei Virtual Desktop? Un Virtual Desktop costerebbe ancor meno sia da creare che da manutenere. Chi ha realizzato questo è Numecent, ecco cosa racconta di se:

 

In conclusione

Oggi c’è un forte ritorno a progetti importanti di VD: farm imponenti da 50.000 PC virtuali con organizzazioni che accedono a VD da quasliasi parte del globo. Quindi ogni progetto non deve essere improvvisato, ma ben disegnato per offrire un risultato d’eccellenza.

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